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Collana NARRATIVA CONTEMPORANEA - 2011

Prefazione di Grazia Brunelli

ISBN 978-88-7440-164-2

Estratto

Claudio Maria Zattera

Dialogo ininterrotto
Storia di un
Amore veronese



… “Mi ami?”, chiese poi, guardandomi negli occhi.
“Certo che ti amo”, risposi, prima di sentirmi la gola piena di saliva.
“Quanto mi ami? Mi ami anche così?”. Sorrise ancora.
“Ti amo. Come il primo giorno. Come prima della nascita del sole. Come alla nostra prima alba. Come prima di sapere che esistevi. Come nel primo pensiero di Dio. Come se Dio non esistesse. Come se Dio fosse il nostro Amore. Ti amo come c’è scritto nel mio sangue e come dice ogni battito del mio cuore. Ti amo e basta, senza appello. Sono colpevole di non aver mai rinunciato a te. Condannami perché non lo farò mai!”.
Glielo dissi intrecciando la mia mano nella sua e togliendo qualsiasi ostacolo tra i nostri sguardi, togliendo perfino noi stessi. Diventammo luce, sole, aria, terra, fuoco. Ci trovammo a essere ogni elemento e in ogni elemento.
Quell’anno andammo anche ad Ancona, in una giornata. Chiesi a Loretta più volte:
“Pensi di farcela?”. Mi rispondeva sempre più convinta:
“Certo, ce la faccio!”....

pp. 371 - 18,00 euro

Claudio Maria Zattera nasce a Verona nei primi anni del 1950. Perito industriale, frequenta la Scuola Militare Alpina di Aosta, divenendo sottufficiale degli Alpini, esperienza densa di valori che arricchisce il suo carattere. Ritornato alla vita civile, si iscrive all’albo professionale e si dedica alla progettazione di impianti elettrici nel settore metalmeccanico. La vocazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro lo porta a conseguire la qualifica di dirigente per la sicurezza, nell’impresa del settore ferroviario nella quale svolge la sua opera per lungo tempo e a partecipare ai gruppi di studio, istituiti dall’ente di controllo, per la stesura di linee guida rivolte alle aziende veronesi.
Raggiunta la pensione, continua la sua attività come consulente per la sicurezza sul lavoro e trova tempo e modo per dedicarsi alla sua passione, la scrittura. Compone poesie e partecipa alle iniziative del “Simposio Permanente dei Poeti Veronesi” e di “Frangenti culturali”. Dialogo ininterrotto è la sua opera prima, dedicata alla moglie tragicamente scomparsa.

ISBN 978-88-7440-163-5

Estratto

Elisabetta Sega

L'emissario
Storia di un patriota


Giovanni nacque in una notte di giugno del 1815. E non fu una notte qualunque.
A Verona la famiglia Vincenti e gli amici vegliavano, attendendo che Apollonia mettesse al mondo il suo ultimo figlio. Altrove ben più noti Personaggi della Storia vegliavano, presi da questioni ugualmente cruciali.
A Vienna entro poche ore si sarebbe concluso l’importantissimo Congresso in cui si era tracciato il futuro del vecchio continente...

pp. 178 - 16,00 euro

Elisabetta Sega, nata a Firenze nel 1951, vive a Verona da circa quarant’anni. Si è laureata all’Università di Padova in Lettere Classiche e in Scienze Politiche. Ha pubblicato nel 2005 il romanzo breve La Principessa e il drago (ed. Il Filo) e nel 2007 il romanzo Isadora, addio! (ed. Il Filo).

ISBN 978-88-7440-161-1

Estratto

Beppe Calabretta

II cielo senza sole
(romanzo)



… – Quando farò il progettista, diceva Andrea il disegnatore, mi farò una casa grande e bella, con tante poltrone e divani e una libreria alta, tanto alta che per prendere i libri bisogna usare la scala, con due bagni e una vasca grande quanto il mare Jonio.
– Prima o poi me la daranno una casa popolare, diceva Francesco, il carpentiere. Sì, prima o poi me la daranno. Fra un mese si libera la stanza di sopra e faccio venire mia moglie e i miei figli e poi voglio vedere se mi lasciano vivere qui!
– Appena avrò messo da parte un po’ di soldi, diceva Vittorio l’operaio, torno giù e metto su una bella officina. Metto su una bella officina e allora niente più tempista. In culo il tempista! In culo la fabbrica!
– E Gerardo il bello diceva: Sto facendo il filo a una bella ragazza bionda, milanese. È bella da morire e ha un lavoro. Un lavoro meglio del mio. E ha una casa, un grande appartamento in centro. Questa me la sposo, me la sposo e allora addio lambretta! Addio Crescenzago! Me ne vado in centro a due passi dal Duomo!
“Questi vivono nel futuro – pensava Normale – e il presente neanche lo vedono. I letti a castello, le sedie incastrate tra il tavolo e l’armadio, il cesso in comune, lo spiazzo con le pozzanghere. Per loro non esistono. Vivono nel futuro! Ma non vivevano nel futuro anche quando sono partiti? Ed è questo il futuro di allora? I letti a castello, il cesso in comune, va bene. Ma almeno qui hanno un lavoro, a fine settimana riscuotono, possono comprare carne, possono comprarsi un vestito, andare al cinema qualche volta…

pp. 178 - 15,00 euro

Beppe Calabretta è nato a S.Andrea Ionio (CZ) il 14 dicem-bre 1944. Dal 1970 vive e lavora a Lucca. Ha iniziato la sua attività letteraria pubblicando nel 1991 il romanzo Il cielo senza sole, Serarcangeli editore, Roma. Nel 1993 ha pubblicato, la silloge narrativa Epolenep, Nero su Bianco editore, Lucca. Un suo racconto Hannah (Premio Viani per racconti inediti, Baroni, Viareggio) viene pubblicato nel 1994. Sempre con Mauro Baroni editore, Viareggio, pubblica nel 1997 il romanzo Il mondo limitato. Nel 2003 il suo racconto, La storia smarrita, viene selezionato al I° Concorso di organizzato dal Consiglio di Quartiere 4 del Comune di Firenze e pubblicato fuori concorso nella raccolta Sulle strade del quartiere 4, sulle strade della nostra vita, edito a cura dell’Associazione LIB(E)RAMENTE, Amici della Biblioteca Isolotto. Un altro suo racconto, Il bar della Cooperativa, è stato pubblicato sul n. 22 del 3 Agosto 2008 del giornale ELPIS edito a cura del gruppo “Elpis zerouno” del suo paese natale. Nel Maggio 2009 è stato pubblicato, Bonaccorso Editore, Verona, il romanzo Il pescatore di sassi. Nel n. 35, Gennaio-Maggio 2010, di Menotre (Viareggio) è stato pubblicato il racconto Panchine. Nel luglio 2010 è stato pubblicato, Bonaccorso editore, Verona, il suo romanzo All’ombra di Narciso. Nell’agosto 2010 un suo racconto, La sedia, è stato premiato, per la sezione racconti inediti, all’XI edizione del premio letterario S. Andrea. Nel n. 36, Giugno-Dicembre 2010, di Menotre, è stato pubblicato il racconto Patricia. Sempre su Menotre, n. 37, Gennaio-Marzo 2011, è stato pubblicato il suo racconto La radura.

ISBN 978-88-7440-160-4

Estratto

Francesco Belluomini

Mary Moss
(romanzo)



... Mary Moss si era esibita a lungo al Mokambo in quell’estate ’92, locale notturno di una certa pretesa e ubicato sulla sommità del monte che sovrasta il paese di Pian di Conca. Night club che ospitava, tra gli altri, clienti con buona disponibilità economica e che restava aperto annualmente. Anche se l’affluenza maggiore avveniva nei mesi estivi.
Durante gli spettacoli notturni ai tavoli del Mokambo si affacendavano decine di belle ragazze un po’ discinte, pronte ad intrattenere ogni cliente che ne avesse fatto esplicita richiesta. Ed anche Mary Moss non aveva mancato di disimpegnarsi in tale compito suppletivo, pur facendo parte del ristretto gruppo di ragazze che si esibivano sul piccolo palcoscenico del locale. Ragazze che danzavano e cantavano, raramente dimostrando di possedere un grosso talento; ma che si salvavano alla fine della loro esibizione con castigati spogliarelli che potevano al massimo far scorgere i seni ostruiti al perimetro attorno all’areola dei capezzoli...

pp. 210 - 15,00 euro

Francesco Belluomini è nato a Viareggio nel 1941. Fondatore e Presidente del Premio Letterario Camaiore, ha pubblicato quindici libri di poesia tra il 1976 e il 2011; ha firmato il romanzo Le ceneri rimosse (Newton Compton, 1989) e il romanzo in versi Sul secco di quell’erba (Pagine, 2002). Con l’editore Bonaccorso ha pubblicato: nel 2004 l’opera Senza distanze, poemetti per Dario Bellezza, Pier Paolo Pasolini, Enrico Pea, Isaac Bashevis Singer e Lorenzo Viani, nel 2006 il romanzo L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, nel 2007 il romanzo La finestra sul mare, nel 2008 il poema Celeste Odissea, nel 2009 il romanzo Villa Giulia, e nel 2010 Viareggio, 29 Giugno 2009. Nell’arso delle sponde (poesie). Tra i più recenti libri di poesia nel 2008 Occhi di Gubìa con LietoColle e Occasioni di poesia (1976-2010) con le Edizioni Tracce nel gennaio 2011. Tra le opere antologiche e monografiche che raccolgono suoi lavori si devono ricordare Poesia della metamorfosi (Stilb, 1984), Poesia italiana contemporanea (Vague, 1985), Ricognizione sulla poesia contemporanea italiana (Zeta-Campanotto, 1986) Guida ai poeti degli anni Ottanta (Spirali, 1987), La poesia in forma chiusa (Quattroventi, 1990), La parola originaria (La Corte, 1991), Parole dello sport. Dizionario (1992), Poeti latini tradotti da scrittori italiani contemporanei (Bompiani, 1993), Accessibili distanze (La vita felice, 1999), E la piccola a letto (Pulcinoelefante, 2000), Ondate di rabbia e di paura (RAI-ERI, 2002), Madre Mediterranea (Pagine, 2002), L’amore e la guerra (RAI-ERI, 2004), Diversi (Dialogo Libri, 2004-2005), Como “Parole e Segni” (Dialogo Libri, 2006), Poesia toscana del ’900 (Edizioni della Bezuga, 2007). La poesia del 1900 in Toscana (Biblioteca Marucelliana, Firenze, 2009); Poesía italiana contemporánea (La Cabra Ediciones, México, 2010); altresì in Argentina nella rivista “Proa”: La actual poesía italiana, 2010; La parola che ricostruisce – Poeti italiani per l’Aquila – (Edizioni Tracce, 2010); I miei sogni son come conchiglie, (Bur-Rizzoli, 2011). Il 3 giugno 2009 è uscita, edita da Lietocolle, la traduzione in lingua spagnola, a cura di Emilio Coco, del volume Occhi di Gubìa con il titolo Escobenes.
Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e riviste specializzate. È presente nel sito Poesia Italiana del Secondo Novecento (Italian Poetry) patrocinato dall’ONU e in diversi web e blog.
Da oltre trent’anni svolge intensa attività letteraria e culturale. Vive a Lido di Camaiore.

ISBN 978-88-7440-157-4

Estratto

Cinzia Inguanta

Bianca
(romanzo)


... È consapevole del fatto che negli ultimi tempi mi sono allontanata, ma si rifiuta di prendere in considerazione una nostra separazione, crede ancora che ci sia un futuro per noi due. Tutto rientra nel gioco degli alti e bassi. Questo, per lui, è semplicemente uno dei nostri momenti no. Giura di essere cambiato, di non giocare più con accanimento, di non essersi più messo in situazioni imbarazzanti, di non avermi più coinvolta chiedendomi denaro… ecc., ecc., ho sentito questi discorsi dozzine di volte ed ogni volta che li sento ci credo sempre meno. La sensazione più brutta è dovuta al fatto che non m’interessa più sperare che siano veri. Secondo lui non posso metterlo alle strette proprio ora che sta riuscendo a realizzare il progetto della galleria d’arte, devo concedergli ancora del tempo, è sicuro che si sistemerà tutto.
Non sopporto di vedere il suo sconforto, non ho avuto il coraggio necessario per dire basta, ho fatto finta di credergli ed il nostro scambio di opinioni è finito come non avrei voluto.
Sono triste, ho la sensazione di accontentarmi, di rinunciare ai miei sogni in cambio della libertà dai sensi di colpa.
Siamo finiti a letto ed ancora una volta ho recitato una parte che non è più la mia. Dopo, non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia, mi sentivo colpevole di non riuscire ad amarlo fisicamente, mentre la sua passione era evidente, ed ero anche arrabbiata: possibile che non riuscisse a sentire la distanza che c’era tra noi mentre facevamo l’amore?
L’amore fisico in un legame affettivo, non è solo sesso, fa parte di un’armonia più grande, armonia che nel nostro rapporto si è persa e cercare di ricostruirla attraverso il sesso non mi sembra una cosa che possa funzionare. Vorrei ritrovare Francesco per vie diverse, vorrei potermi innamorare nuovamente di lui...

pp. 181 - 12,00 euro

Cinzia Inguanta, nata a Firenze il 4 giugno 1961, è sposata con Giuliano, due figli: Giuseppe e Mariagiulia, una gatta e un pesce rosso.
Alcuni grandi amori: la lettura, il cinema, il disegno, la fotografia, i cinici, le menti complicate e le cause perse.
Dopo la maturità scientifica, si iscrive al corso di laurea in medicina e chirurgia per poi diplomarsi in design all’Accademia di Belle Arti Cignaroli. Nel 2009 si iscrive alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca.
Giornalista pubblicista collabora con alcuni giornali, tra cui il mensile Noticum, il trimestrale Verona IN, e Radio Popolare affrontando i temi dei diritti civili, della promozione sociale della donna e proponendo l’approfondimento di casi enigmatici e irrisolti legati alla cronaca nera.
Nel 2006 ha curato la pubblicazione di La Chiesa di Verona in Sinodo e di Il IV Convegno Ecclesiale Nazionale, nel 2007 di Nel segno della continuità.

Prefazione di Marco Ongaro

ISBN 978-88-7440-156-7

Estratto

Patrizia Baroncini – Elisa Bellero
Marco Bizzantino – Carmela Iacoviello
Alberto Landucci – Emanuela Perfranceschi Paolo Turella – Sara Zanella

Tutto questo piacere andrà sprecato
(racconti)



... Per la prima volta avevo letto un romanzo d’amore. Probabilmente era appartenuto a zia Ester e poi da lei gelosamente riposto nella cassapanca assieme ai suoi sogni.
Ero vagamente turbato dalla storia che non raccontava di avventure né di eroismi epici, ma di un sentimento misterioso che fa gioire ma soprattutto soffrire, che sa superare ostacoli e dolori e alla fine trionfa essendo la sola cosa che più conta e fa muovere la vita.


pp. 101 - 10,00 euro

La scrittura è un dono e una frusta, così dice Truman Capote nella prefazione alla sua raccolta di racconti Musica per camaleonti. Tra gli allievi di Scrittura Creativa della Scuola di Teatro del Teatro Stabile di Verona quest’anno quanti doni sono stati confermati e quante autoflagellazioni? Non è compito del maestro stabilirlo, semmai della vita, la cui prosecuzione porterà a galla attitudini e vocazioni indirizzando ognuno verso la porta assegnatagli dal destino.
Chi ha sottratto di volta in volta racconti al presente volume per ripetuti successi riportati presso concorsi esterni, chi ha lottato per giungere a un racconto che lo soddisfacesse pienamente, chi ha fissato tendenze che non sapeva di avere e chi ha raggiunto la maggiore età durante il corso mantenendo intatta la sua scapestrata freschezza: la varietà è ampia ma stavolta il tema è unico.
Tutto questo piacere andrà sprecato è titolo e concetto guida per una raccolta di narrazioni scaturite da un anno di sofferenza creativa camuffata da godimento, di spasimo tra righe e parole alla ricerca del proprio senso di costruzione della scrittura, in contrasto e armonia con quello dei colleghi.

Marco Ongaro


Prefazione di
Giorgio Barberi Squarotti

ISBN 978-88-7440-154-3

Estratto

Pietro Barlassina

Le mele d’Arcadia (Divertissement)

La sera del venti luglio milleseicentonovantanove il trentenne poeta Alberto Rabassi, della nobile e decaduta famiglia dei conti d’Oltrepiano, uscì dalla sua casa, un abbaino nascosto fra i tetti di Roma, per raggiungere la celebre Piazza ora detta di Spagna. Il poeta, in merito alla cui opera il Gran Cenacolo d’Arcadia si sarebbe, proprio quella sera, ufficialmente espresso, aveva un aspetto fragile e denutrito. Chi più chi meno, fra i suoi nobilastri coetanei, s’era trovato un’onorata occupazione presso la Curia pontificia, ben profittando dell’otti-ma influenza esercitata da taluni amici francesi sugli intimi amici di due cardinali, pezzi grossi nello scacchière della politica di riavvicinamento alla Corte di Francia. Condotta, questa, che il Santo Padre Innocenzo XII aveva adottato e perseguito nel corso del suo pontificato ormai al tramonto, in fedele ottemperanza alle iniziative del suo amato predecessore, il veneziano Pietro Ottoboni che, poco prima di morire ultraottantenne, aveva sussurrato al suo segretario: “Quanto me piasarìa che ‘sta caréga, fioi, la vaga dritta ad infilarse sul deretàn de quel sant’omo che xè el siòr Antonio.” E così avvenne che Antonio Pignatelli, Arcivescovo di Napoli, divenne Papa....

pp. 143 - 13,00 euro

Pietro Barlassina è nato a Monza, il 20 luglio del 1943. Docente di Lettere, ha pubblicato le seguenti opere di poesia: Quarta coniugazione, Rebellato, Cittadella di Padova 1973 [Premio Città di Novara]; Passaggio a caminetto, Città Armoniosa, Reggio Emilia 1981, con una notizia di Giorgio Bàrberi Squarotti [Premio Cenacolo Orobico – Città di Bergamo]; Rileggendo Bernanos, Bologna 1984, a cura di Carlo Bo [Premio Senigallia]; Cinque poesie, Polimnia, trimestrale di poesia italiana a cura di Dante Maffia, Roma, a. V, n. 17-18, gennaio-giugno 2009; di narrativa: I turchi, finalmente!, Città Armoniosa – Piemme, Casale Monferrato 1991, con una nota critica di Giorgio Bárberi Squarotti; In me la tua voce, romanzo, Bonaccorso, Verona 2004 [Premio Città di Moncalieri]; L’affresco, romanzo giallo, Bonaccorso, 2006 e Le mele d’Arcadia, romanzo, sempre con Bonaccorso, 2011.

Le mele d’Arcadia è un romanzo di storia e d’invenzione: ma di una storia della letteratura più che di guerre e diplomazia e viaggi e ambientazioni illustri con, dentro, accidenti straordinari. Il periodo storico è la prima Arcadia romana, il Bosco Parrasio, gli incontri dei rimatori arcadi, in un’atmo-sfera incisiva, vividamente ricca di figure dotte e sospirose, amorose e frivole, e al tempo stesso non priva di una divertita interrogazione in merito a tanta vanità presa sul serio e tuttavia attraversata da qualche pena, da qualche dolore, dalla consapevolezza di un tempo che trascorre sempre rapido. ...

Giorgio Bárberi Squarotti


Prefazione di
Giuseppe Brugnoli

ISBN 978-88-7440-153-6

Estratto

Arnaldo Baschirotto

Farfalle e fortini



... Per la prima volta avevo letto un romanzo d’amore. Probabilmente era appartenuto a zia Ester e poi da lei gelosamente riposto nella cassapanca assieme ai suoi sogni.
Ero vagamente turbato dalla storia che non raccontava di avventure né di eroismi epici, ma di un sentimento misterioso che fa gioire ma soprattutto soffrire, che sa superare ostacoli e dolori e alla fine trionfa essendo la sola cosa che più conta e fa muovere la vita.


pp. 289 - 14,00 euro

Arnaldo Baschirotto, è nato a Cadidavid nel 1932. Ha fatto studi classici. Ha lavorato presso la Mondadori per trent’anni raggiungendo la qualifica di direttore centrale commerciale, mansione che l’ha portato ad esperienze operative in tutta Europa e nel Medio Oriente.
Raggiunta la pensione ha operato come consulente commerciale per tre anni presso la Ilte di Torino e per due anni presso Il Resto del Carlino a Bologna.
Negli anni giovanili ha vinto due concorsi regionali per la novellistica ed ha collaborato con giornali cittadini.
Ritornato all’antico amore per la letteratura ha scritto Farfalle e fortini (Bonaccorso Editore) e sta lavorando ad una serie di racconti e ad un nuovo romanzo.

Farfalle e fortini di Arnaldo Baschirotto è un libro fresco e accattivante, in alcuni punti avvincente, sempre interessante, pervaso anche da una sottile ironia che attualizza la vena della nostalgia, sulla quale tutta la narrazione è giocata, ma senza mai cadere nel puro amarcord, anzi recuperando con i ricordi personali, familiari e di gruppo, l’essenza di una vita semplice e serena, nonostante tutte le traversie e gli accadimenti di un periodo storico in rapida trasformazione e con tante tensioni e anche pericoli.
Ho rivissuto anch’io, leggendolo e per così dire entrandovi, un lungo momento della mia vita, quello dell’infanzia e dell’adolescenza durante la guerra.

Giuseppe Brugnoli

Si possono ordinare i volumi chiamando lo 045 597159 o scrivendo per posta elettronica a Bonaccorso Editore
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