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Collana NARRATIVA CONTEMPORANEA - 2014

ISBN 978-88-7440-211-3

Estratto

Filippo Bombara

L'arpa di Gerusalemme



"...Il risentimento, il rancore, il vittimismo della mia società mi avevano dato la presunzione che tutto fosse dovuto alla nostra gente e niente essa dovesse dare, o donare agli altri. Ci crediamo un popolo eletto, ma é solo la nostra presunzione a farcelo credere. Se veramente lo fossimo, dovremmo essere un esempio di generosità non di egoismo. Oggi molti ebrei s'interrogano. C'è molta inquietudine nella gioventù. Le sinagoghe non sono frequentate come in passato. La religione si mischia alla politica, l'ortodossìa non paga. Nascono crisi d'identità. Proprio le generazioni come la mia, nate in questo Paese, scontano errori di fondo incredibili, che ci hanno allontanato dalla ricerca della pace e dell'amore, solo per il bisogno della sopravvivenza o, se preferisce, per difendere una falsa ragion di Stato. Additando un nemico ancestrale, che si fa risalire ai racconti più antichi della Torah, crediamo di allontanare la popolazione dai problemi reali della vita...".

...L'uomo non ha ancora imparato ad amare la natura ed a dialogare con essa. Esistono verità e messaggi che vivono sulle ali del pensiero, spesso ci passano accanto senza che nessuno li ascolti. Percepirli e trasmetterli è un dono di pochi eletti...

pp. 317 - 17,00 euro

Filippo Bombara è nato a Messina il 25 gennaio 1943.
Dal luglio 1991 vive a Verona.
Sposato con un figlio, si è diplomato al Liceo Classico "Maurolico" di Messina.
A vent'anni lascia la sua città natale e intraprende la carriera militare.
È un Ufficiale che ha fatto una notevole esperienza in Italia e all'estero.
È stato impiegato non solo sul territorio nazionale, ma anche in diversi teatri europei: con l'ONU in Medio Oriente; con la NATO a Vicenza, in Belgio, e nell'Europa dell'est in Slovacchia, Romania e Slovenia, appena caduto il muro di Berlino; infine ancora con la NATO a Verona, dove ha terminato la sua carriera militare.
Sin da quando frequentava il Liceo ha coltivato con continuità due passioni: lo scrivere e il fotografare, in senso lato, le sue esperienze sia civili che militari.
Ha focalizzato e trascritto ogni momento che nella sua vita gli ha donato un'emozione.
Con libertà ed umiltà, usando ricordi, misti a gocce di fantasia, rende partecipi i lettori, suoi amici, delle sue impressioni sugli avvenimenti vissuti durante un breve periodo della sua vita.
Questa è la sua seconda pubblicazione: una serie di racconti tratti da fatti a lui riportati e dall'esperienza personale quale "Osservatore Militare dell'ONU" in Medio Oriente.
Riesuma un periodo cruciale che va dal 1973 al 1983, che comprende la guerra dello "Yom Kippur" e del Libano del 1982, conosciuta con il nome "Pace in Galilea", nonché la strage nei campi palestinesi di Sabra e Shatila, avvenuta a Beiruth nel settembre del 1982.
Inoltre descrive le ricadute degli avvenimenti riportati sulla vita dei suoi personaggi dopo il periodo cruciale vissuto in un'area, il Medio Oriente, sempre in continua ebollizione ed alla ricerca della "Pace (Salam, Shalom)" perduta.

filippobombara@hotmail.com

Dello stesso autore con Bonaccorso Editore: Il violino di York.

ISBN 978-88-7440-209-0

Prefazione di Giulio Galetto

Estratto

Arnaldo Baschirotto

Davai!
Avanti!



"...vidi per la prima volta nella mia vita, il mare.
Non riuscivo a staccarmi dall'immensità dello spettacolo offerto ai miei occhi: il blu del mare che sfumava nell'azzurro del cielo, senza confini. L'emozione della vista mi attanagliava lo stomaco, sentivo nell'intimo una gioia inspiegabile, la vivevo come se all'improvviso avessi ritrovato il mio elemento, una realtà che mi mancava, che avevo forse amato e perduto in altre vite. Ero felice e appagato dalla scoperta: quello era il mare, il mare dove era nata la vita e dove mi proponevo di tornare al più presto, ovunque egli fosse...".

pp. 175 - 13,00 euro

Arnaldo Baschirotto è nato a Cadidavid nel 1932. Ha fatto studi classici. Ha lavorato presso la Mondadori per trent'anni raggiungendo la qualifica di direttore centrale commerciale, mansione che l'ha portato ad esperienze operative in tutta Europa e nel Medio Oriente.
Raggiunta la pensione ha operato come consulente commerciale per tre anni presso la Ilte di Torino e per due anni presso il Resto del Carlino a Bologna.
Negli anni giovanili ha vinto concorsi regionali per la novellistica e ha collaborato con giornali cittadini.
Ritornato all'antico amore per la letteratura ha scritto Farfalle e fortini (Bonaccorso Editore), libro che è stato adottato e letto dagli alunni di terza media (circa un migliaio) in molte scuole della città e della provincia.
Alla fine dell'anno scolastico, l'autore, invitato dagli insegnanti, ha incontrato gli alunni per rispondere alle loro domande espresse con sorprendente curiosità e interesse.
Il nuovo libro, DAVAI! AVANTI! è praticamente il seguito di Farfalle e fortini, ambientato nel dopoguerra della seconda guerra mondiale.
Una fatica piacevole sollecitata da insegnanti e alunni.
Dello stesso autore è programmata la prossima uscita di una serie di racconti che avrà per titolo STORIE IN BOTTIGLIA.

"...Baschirotto ha la felice intuizione di inserire - quasi come punto centrale capace di dare un senso a tutta la vicenda che narra - l'episodio del racconto ascoltato dal padre di un ragazzo più piccolo di lui e del quale lui ha notato, nella vita del collegio, la malinconica solitudine. Quel padre è un reduce dalla tragica disfatta subita, nel gelo dell'inverno russo, dall'A.R.M.I.R., porta i segni, nel fisico e nel morale, di quella tragedia, ma porta anche l'insegnamento che una parola russa - "Davai" - gli ha dato: dopo la caduta, dopo il dolore, deve venire la ripresa, si deve andare avanti. Se il termine russo "Davai!", col suo inseparabile punto esclamativo, preso dalla commovente rievocazione di quel padre (che forse, dopo aver parlato, avrà trovato il modo di consolare la solitudine di cui soffriva il figlio), diventa il titolo di questo libro che è essenzialmente un "racconto di formazione", la rievocazione di un percorso dall'adolescenza alla giovinezza all'insegna, appunto, dell'imperativo riassunto nel simbolico "Davai!". È godibile, nella lettura, grazie a una scrittura vivace, capace di alternare intonazioni che variano dal sentimentale all'ironico e soprattutto all'auto-ironico, attenta a fissare tante piccole e grandi illuminazioni che la memoria accende su un passato per nulla spento...".

Giulio Galetto

ISBN 978-88-7440-208-3

Prefazione di Cecilia Iannaccone

Estratto

Giuseppina Spaziani

Il risveglio



Uno dei giochi più gettonati tra le bambine era sicuramente la corda. "Aaa... rancia, pera, limone, fragola e mandarino".
Quel giorno Patriziella, la più piccola del gruppo, decise che era arrivato il momento di giocare con le più grandicelle. Si impose in maniera autoritaria, conscia di saper saltare molto meglio di alcune schiappe del gruppo. Quante volte era rimasta incantata a vedere giocare le sue compagne più grandi, e quante volte aveva sognato il momento che di lì a poco sarebbe arrivato.

- Vediamo cosa sai fare -, le disse una compagna.
- Adesso vi faccio vedere io. Io sono... Susina! Sì, proprio così -.
La tensione era alle stelle, le compagne aspettavano la scon-fitta, la bambina invece era pronta.
Patriziella si lanciò nell'onda alta della corda.
- Aaa... rancia, pera, limone, fragola, mandarino e susina -. Saltò, ruotò, piroettò, danzò.
Patriziella continuava a saltare quasi inebriata dalla leggera brezza di primavera, che assieme ai suoi movimenti le faceva svolazzare il vestitino rosa. Era felice, intrappolata dalla danza che imponeva quel tipo di gioco...".

pp. 101 - 12,00 euro

Giuseppina Spaziani è nata a Napoli il 6 settembre 1955 e attualmente vive a Verona. E' laureata in Pedagogia. Ha insegnato alla scuola elementare di S.Giovanni a Teduccio e lettere in alcune scuole medie di Verona e per circa venticinque anni in istituti superiori di Verona e provincia. Ha sempre amato e rispettato il suo lavoro, le sue studentesse e i suoi studenti.

Così, accanto a personaggi realmente esistiti, prendono vita figure fantastiche ma non per questo meno reali, soprattutto per Lina/Giuseppina, impegnata ad affrontare prove fondamentali per la sua formazione di donna ed essere umano. Il tutto osservato con lo sguardo di una bambina curiosa e capace di cogliere la bellezza nascosta degli oggetti.
Proprio la dimensione di memoria dell'infanzia costituisce il nucleo fondamentale del libro e anche la sua vena più autentica e sentita

Cecilia Iannaccone

ISBN 978-88-7440-205-2

Estratto

Emanuele Bettini

Tripoli: fine di un sogno



Maria, mi senti ? Sono qui, ci sono io ora... nessuno ti farà più del male."
La donna sembrava non sentire quelle parole rassicuranti. Poi, improvvisamente, aprì gli occhi.
"Maria, Maria, sono io Giulio... non mi riconosci?"
Gli occhi le si riempirono di lacrime, come un torrente in piena dopo un temporale estivo. Scendevano lungo le guance. Le bagnavano il collo, lambendo il tubo dell'ossigeno. Le labbra secche incominciarono a muoversi. Vibravano in una sorta di timore, come quella volta quando lui la baciò sulla spiaggia romagnola.
"Maria, io non ti lascerò qui... ti porterò via con me... questa volta non permetterò a nessuno di dividerci."
Lei lo guardava con gli occhi velati. Non riusciva a parlare. Il suo sguardo riviveva l'arcobaleno che era apparso nella savana e si stagliava fino alle falde del Longonot. Non riusciva a parlare, ma le dita della mano incominciarono a muoversi, cercando disperatamente quelle di Giulio.
"Guardia!", incominciò a gridare Giulio, "Questa donna non ha fatto nulla! Era con me quando le hanno sparato. Stavamo andando a scegliere l'abito da sposa. Ci dobbiamo sposare tra un mese."

pp. 169 - 13,00 euro

Emanuele Bettini (Piacenza, 1946), giornalista e scrittore, è conosciuto in Italia e all'estero.
Ha pubblicato: Rapporto sui fatti di Bronte del 1860 (1985); Ramorino, delitto di Stato (1987); Danubio 1848 (1992); GLADIO - La Repubblica parallela (1996); LA PACE ARMATA - Lettere di un obiettore di coscienza (2000); LA REVOLUCIÓN - L'avventurosa storia della Rivoluzione messicana (2006); Dalla Savoia la lunga marcia verso l'indipendenza (2010). Ha curato la pubblicazione RAPPORTO SUL GIORNALISMO NEL MONDO TRA LIBERTÀ E PERSECUZIONE (2003).
E' autore di numerose raccolte di poesie. Ha curato antologie di poesia straniera ed è traduttore dallo spagnolo e dal francese.
Dal 1974 è membro dell'International PEN (Associazione mondiale degli scrittori).
E' Presidente per la provincia di Cremona dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano.

ISBN 978-88-7440-204-5

Prefazione di Roberto Falcone

Estratto

Raffaella Grasso

E' tempo che ti racconti



... Le balenò nella mente che un'opera d'arte è tale quando non le si deve togliere più niente e che purtroppo il suo lavoro la induceva solo apparentemente a mettere a nudo... in effetti toglieva gli abiti mentali per restituire persone più consapevoli, più ricche, più cariche di significati.
Ora lei stava togliendo il superfluo e lo gettava alle sesse del lago, alla programmazione di una giornata particolare che era iniziata proprio da un tramonto...
Si guardò: era vestita di tutto-punto. Quasi si vergognò dei propri abiti... ma già lui stava riappropriandosi dei 'suoi' sensi, se spogliandola la raggiungeva con gli occhi lunghi delle mani. E si scambiarono nella carne le antiche promesse, gli umori maturi, le spinte egoistiche e poi di più, oltre, qui, ora, sempre, anch'io, un bacio leggero.
Mentre abbracciavano da sponda a sponda con un ultimo sguardo la camera color malva, si sorrisero complici: lui aveva saputo mettersi in ascolto, lei aveva saputo fare a meno delle parole...

pp. 127 - 13,00 euro

Raffaella Grasso, nata a Genova, vive dal 1968 a Roma. Ha già pubblicato libri di narrativa:

- Passaggi al centro (prefazione di Walter Veltroni), Arion Edizioni, RM 2004
- Sconfinando (prefazione di Mariangela Bastico), Bonaccorso Editore, VR 2007
- A piccole dosi (prefazione di Antonio Seracini), Bonaccorso Editore, VR 2010
- Alle canzoni, alle perle, alle spine (prefazione di Carmine Brienza), Gangemi Editore, RM 2013
- Lungo il Colle (Storia, storie, fatti, misfatti, odori e sapori di Collelungo Sabino) - scritto con Luigi Filippi - Gangemi Editore, 2014
- Racconti 1993-2007 (postfazione di Roberto Falcone), Bonaccorso Editore, VR 2014.

Cos'è quest'arte del narrare
Di storie e di modi indicativi
Testimonianze di vita
A piccole dosi.

È il tempo: che silenzioso scorre
Come un fiume carsico
Sotto scarpe introverse
Sotto i nostri piedi nudi.

Roberto Falcone

ISBN 978-88-7440-203-8

Estratto

Anna Gelain

Una come... te



... Stai passeggiando con lui, mano nella mano, e l'unica luce è quella della luna, ma è giunto il momento di salutarsi... perché non avere un'ora in più? Trascorri dei giorni insieme: un viaggio, delle vacanze, un fine settimana... perché non avere un giorno in più? E con un minuto in più credi che non si possa dire quella parola che fino a quel momento non eri riuscita a dire?...

pp. 148 - 13,00 euro

Anna Gelain è nata a Torino il 28 dicembre del 1965 e vive a Verona, dove si è diplomata alla scuola Magistrale. Si è sposata nel 1989 e ha tre figli: Matteo 1990, Elisa 1992, Filippo 1995. Oltre alla passione per la scrittura - che la porta a comporre poesie in rima alternata, spiritose e su vari argomenti - ha collaborato nei comitati scolastici e ha fatto parte di un gruppo teatrale. Di lavoro fa la casalinga, le piace cucinare curando molto i dettagli e realizza lavoretti natalizi; dipinge oggetti, mobili, disegna, arrangiandosi con quello che ha in casa. Il suo motto è "Vivi e lascia vivere".

ISBN 978-88-7440-200-7

Prefazione di Marco Ongaro

Estratto

Mirko Alberini, Pamela Coassin, Elena Gottardo, Pino Guglielmo, Giulia Lamacchi, Lella Marazzini, Emanuela Ongaro, Serena Quaggia, Costanza Russo, Sabrina Venezia

L'Alibi

pp. 115 - 12,00 euro

L'alibi è un altrove che scagiona. E l'altrove di per sé scagiona sempre. Non c'ero, ero da un'altra parte. L'assenza che nega il dono divino dell'ubiquità ridistribuisce la magra consolazione di un'innocenza un tempo autentica, ora solo casuale. La fortuna di trovarsi altrove rispetto a un dove e a un quando capaci di sgretolare l'innocenza, o quantomeno l'estraneità ai fatti, riconduce per un attimo nel Giardino dell'Eden poco prima che gli Antenati mangiassero dall'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
La sensazione di non contaminazione pervade l'animo e lo esautora dell'obbligo di presenza, responsabilità ineludibile nel tratto breve o lungo che divide la nascita dalla morte. Tutti saremmo chiamati a essere presenti a tutto, ciascuno responsabile del minimo volo di colibrì all'angolo più remoto della Patagonia: tutti tranne chi è provvisto dell'Alibi.
Marco Ongaro

ISBN 978-88-7440-199-4

Prefazione di Luciano Favini

Postfazioni di Eusebio Ciccotti, Yildirim Örer, Roberta Silva e Roberto M. Danese

Estratto

Luigi Calcerano - Loredana Marano

L'ultima Eneide



pp. 906 - 63,00 euro

Luigi Calcerano (Roma, 1949) giurista (ha scritto con Martinez la voce "Scuola" dell'Enciclopedia del diritto della Giuffré), allievo di Laporta, Vertecchi, Domenici, dirigente del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Progetto '92, accesso delle scuole ai fondi strutturali europei, Programma Perseus) è stato l'ultimo Capo dell'Ispettorato per l'Educazione Fisica e Sportiva. Assieme a Francesco Casolo ha scritto "Istituzioni di educazione motoria e sportiva" (La Scuola, 2003).
Come autore di fiction da solo ha pubblicato "Meminisse iuvabit, una storia del 23 a.C." (2005 Valore Scuola) Per uccidere Cecilia (2005, Bonaccorso) e l'e-book "Come ti racconto il doping" (2005 www.steppa.it)
Assieme a Giuseppe Fiori ha pubblicato: L'uomo di vetro (1985, Il Ven-taglio); L'innocenza del serpente (1987, Il Ventaglio), (tradotto in russo per la Galart di Mosca); A scuola di giallo (1988, SEI); "Uno studio in giallo" (1989, La Nuova Italia); Guida alla lettura di Agata Christie (1990, Oscar Mondadori); La professoressa e l'ippopotamo (1992, SEI); Serpentara P.S. (1993, La Nuova Italia); Una nuova avventura di Sherlock Holmes (1994, Archimede-Bruno Mondadori); Filippo e Marlowe indagano, con prefazione di Vincenzo Cerami, (1996, Valore Scuola); Una storia di spie (1998, La Nuova Italia); Uomo di vetro, uomo di piombo, (2002, Valore scuola); Delitti indelicati (Manni, S.Cesario di Lecce, 2003); Ladri e guardie, (2007, Editori Riuniti); Un delitto elementare, (2008, Sovera); ClanDESTINI, (romanzo d'appendice, in pubblicazione su Educationduepuntozero.it dal 2009); Teoria e pratica del giallo (2009, Edizioni Conoscenza).
Con il figlio Filippo ha pubblicato il giallo fantastico "Gratta e fiuta" (1999, Mondadori, Le cicale); "Il giovane hacker e la piccola strega" (2005, Principato); Il principe delle paure, audiolibro (2014, Arte Edizioni).
Con il figlio Guglielmo ha pubblicato Il ritorno di Quagliariello (2009, Bonaccorso).

Loredana Marano vive a Cervignano del Friuli (UD). E' docente di italiano e latino. Come Umanista: ha pubblicato una grammatica latina in tre volumi "Comes viae" (Edizioni Simone Napoli 2008); ha pubblicato numerosi articoli e saggi; ha partecipato in qualità di relatrice a diversi convegni di studio, nazionali e internazionali. È docente formatore nella didattica delle discipline classiche. Collabora con riviste di didattica. Per anni ha coordinato il CLE, centro internazionale di studi sulla Latinitas, curando in particolar modo la didattica e la comunicazione attraverso il sito.
E' critico d'arte e redattrice in riviste d'arte.
Ha pubblicato opere di narrativa: con Salvatore Conte e Gennaro Francione una pièce teatrale "Un pupo per Agrippina", rappresentata nel 2009.
Ha pubblicato con Salvatore Conte un romanzo storico, "L'Onore di Roma – Agrippina latens" (Goliardica Editrice 2011).
Ha pubblicato con Guido La Raja e Ciro Toso, una satira, "La Gloriosa Repubblica di Grado" (Albatros Edizioni 2011).
E' Presidente dell'associazione Experire. Spazi di pensiero aperti 2008 e di Ad conloquia 2010.

L'Ultima Eneide comprende cinque libri e più di 400.000 parole.
Il primo libro dell'Eneide consta di 4880 parole.
Poiché i libri dell'Eneide sono 12, si arriverà, più o meno, a 60.000 parole. Tradotta in italiano, l'Eneide si aggira intorno alle 90.000.
Le cifre parlano chiaro. Ai due autori piace raccontare e dilungarsi nel raccontare. Non risparmiano certo le parole. Li conosco entrambi.
Uno fa di professione il dirigente amministrativo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Un burocrate, o meglio, un giurista, con la passione della scrittura. In effetti, ha scritto un bel po' di libri. Attualmente, il catalogo del servizio bibliotecario nazionale registra 34 entrate sotto il suo nome. Scrive da solo, ma anche in coppia. E' conosciuto come giallista (alquanto eccentrico per i miei gusti tradizionalisti), ma non coltiva solo questo genere.

Luciano Favini

Oggi sappiamo che il Turning Point letterario (quel 'cambio di marcia' estetico nel procedere narrativo cui teneva Henry James) si può collocare nei primi 25-30 anni del XX secolo. Le avanguardie europee e americane (futurismo, dadaismo, cubismo, espressionismo, eccentrismo, realismosocialista, zenitismo, surrealismo, poetismo, imagiso, modernismo europeo, modernismo brasiliano) da una parte e gli scrittori non "avanguardisti", ma altrettanto innovatori, dall'altra (Schnitzler, Bulgakov, Kafka, Döblin, Kraus, Rebreanu, Joyce, Svevo, Mann, Fondane), nonché i filosofi interessati al prodotto artistico-letterario (Husserl, Ortega y Gasset, Heidegger, Bachtin, Ingarden, Benjamin, Lukács), iniziano a demolire l'unità e l'unicità del racconto. Avanza, ormai, il punto di vista mobile o molteplice, quello per il quale una storia offre più letture, e il vecchio personaggio monolitico si rivela aver più 'caratteri' o 'personalità'; rivoluzione che culminerà, a livello 'popolare', in tre film summa della prima metà del Novecento: Citizen Kane (1940, Orson Welles), The Third Man (1949, anche romanzo, Carol Reed e Graham Green) e Rashomon (1950, Akira Kurosawa).

Eusebio Ciccotti

Quando ho conosciuto Luigi Calcerano, mi ha colpito subito la sua simpatia.
Era una persona molto sorridente ed emanava una certa positività.
Mi ha colpito anche la sua passione per la scrittura.
Mi ha regalato un suo romanzo scritto sul grande investigatore Sherlock Holmes che, viene coinvolto in una misterioso caso nelle vecchie strade di Roma...
In quel periodo vivevo a Roma e leggendo la storia di Holmes, sono anche venuto a conoscenza di diverse informazioni sulla città che non avevo mai sentito prima. Così il romanzo di Luigi, oltre che il mio primo romanzo letto in italiano, è stato una specie di istruttore-guida per la città di Roma...
Dopo tanti anni che sono tornato a vivere nella mia paese, a Istanbul, in Turchia, con Luigi ci siamo di nuovo incontrati su internet e lui mi ha parlato delle sue pubblicazioni e della sua vita.

Yildirim Örer

Scrivere la postfazione di un libro ampio, complesso e strutturato come L'Ultima Eneide è un compito tale da incutere soggezione anche agli studiosi più raffinati, e nel lasciare traccia della mia lettura ne sento pienamente la responsabilità. Tuttavia, indossando un'incoscienza che non ha più neppure la scusante di essere giovanile, ho deciso semplicemente di raccontare quello che è rimasto più luminoso nella mia mente dopo aver voltato l'ultima pagina del manoscritto. Questa dunque non sarà un'esegesi de L'Ultima Eneide, ma semplicemente la trascrizione di una sorta di stream of consciousness, fra divagazioni e incisi, un ripercorrere con la mente la lettura come si farebbe con una passeggiata molto amata, della quale certi scorci balenano più di altri, perché in quel particolare angolo ritroviamo un pezzetto della nostra anima o forse perché ci apre invece una porta su panorama ancora sconosciuto, ma di cui sentivamo, in fondo al cuore, il bisogno.

Roberta Silva

La cultura classica, i suoi testi, la sua storia, i suoi personaggi, i suoi miti sono ancora oggi, a distanza di millenni, una delle colonne fondamentali della nostra educazione e del nostro immaginario, se è vero che la costruzione retorica ed affabulatoria del tempo attuale non sa fare a meno di essi, anche di fronte a un'inspiegabile e imponente offensiva culturale e mediatica che ne vuol ridimensionare pericolosamente il valore. Ma il loro pregio sta proprio nell'assoluta duttilità delle forme, nella capacità di trasformarsi in idee, racconti, rappresentazioni e prodotti culturali sempre nuovi, proiettati verso il futuro e impossibili da concepire senza un aggancio di forte consapevolezza con questo passato remoto, ma quanto mai vivo. I grandi miti della tragedia, la grande storia romana, le vicende degli eroi epici costituiscono ancora una griglia strutturale sulla quale noi continuiamo ad innestare le nostre narrazioni, trasformando quei testi lontani in potenti metafore del nostro tempo. E questo avviene a più livelli e su più piani creativi: dalla letteratura, al teatro, al cinema, ai videogames, alle risorse informatiche, tanto per un pubblico puramente intellettuale quanto per un pubblico più vasto ma non meno esigente. Medee teatrali hanno affollato le scene dei paesi della ex-Jugoslavia negli anni '90, il cinema orientale ci ha regalato Edipi gay-transgender immersi nella cultura pop e d'avanguardia degli anni '60, cineasti francesi hanno resuscitato Tiresia fra i transessuali brasiliani di Parigi e la letteratura non ha segnato il passo.

Roberto M. Danese

Si possono ordinare i volumi chiamando lo 045 597159 o scrivendo per posta elettronica a Bonaccorso Editore
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Nessuna spesa di spedizione