VUN E I ALTER (uno e gli altri) - di Plinio Mariani
Avendo letto il mio Concerto per Palma (IPL, Milano ’95), mi raggiunse a Firenze, dove nell’ ’87 ero succeduto a Mario Luzi nella cattedra di francese.
In queste poesie in milanese il caro amico fa parlare in vernacolo anche il Giusti, ospite del Manzoni, e c’è la vecchia Milano, con qualche personaggio del popolo. Ci sono perfino anch’io, ne “L’amis trovaa de noeuv”. C’è in queste pagine anche da riscoprire la storia della poesia delle piccole cose e della quotidianità, d’una Milano cara alla vita e ai ricordi del nostro narratore poeta.
In queste poesie in milanese il caro amico fa parlare in vernacolo anche il Giusti, ospite del Manzoni, e c’è la vecchia Milano, con qualche personaggio del popolo. Ci sono perfino anch’io, ne “L’amis trovaa de noeuv”. C’è in queste pagine anche da riscoprire la storia della poesia delle piccole cose e della quotidianità, d’una Milano cara alla vita e ai ricordi del nostro narratore poeta.
Giuseppe Antonio Brunelli
Plinio Mariani è nato nel 1923 a Milano. Lo si ritiene un uomo appartato, che non sa nulla della vita, invece ha viaggiato, frequentato musei e biblioteche, ricercatore e narratore, per conoscere l’uomo, prendere parte al suo travaglio.
È come fosse vissuto millenni, penetrando nel tìaso di Saffo, carolando con lei e le sue allieve.
Ha veduto Sardanapalo seppellirsi nella pira con le sue belle concubine, avendo ai piedi i suoi tesori.
Ha assistito Vulca modellante le sue incantevoli statue dell’Apollo citaredo e della coppia giacente, gli ha porto il raschietto, offerto bionda cervogia.
C’era nella cripta dove Guglielma la Boema si abbandonava ai fedeli che adoravano in lei lo Spirito.
È salito fino alla corte di Luigi XV, scialacquatore libertino, eppure malato di noia. Ha vissuto l’epopea napoleonica, non senza voltarsi ad ammirare Paolina, che posava per Canova.
E non si è ripiegato, passando dal romanzo storico a quello di fantasia, su un prete di montagna, travolto dall’amore per una zitella a cui si vergognava di presentarsi con scarpacce polverose?
Ha cantato la storia dell’uomo, cercando sempre di vederlo dall’alto e avviato all’eterno.
Non può giudicarne il risultato, ma è pago della sua ricerca, della sua pagina scritta, della sua partecipazione.