VERSI 1988 - 1989 - di Nicola Nicolis
Da molto tempo Nicola Nicolis va componendo, come un patrimonio creativo più intimo e riservato rispetto alla dimensione pubblica della sua attività di cantautore, un diario in versi che, anno dopo anno, registra in forma poetica riflessioni, dubbi, indignazioni di uno spirito che rimane tutt’oggi giovanilmente inquieto e salutarmente allergico a verità preconfezionate...
Nicola Pasqualicchio
Nicola Nicolis è nato a San Martino Buon Albergo (VR) alle ore 8.20 a.m. del 18 aprile 1949. Quando aveva quattro anni, la famiglia decise di trasferirsi a Verona e lui dovette, obtorto collo, seguirla; da allora sta lì e non si è praticamente più mosso.
Ha compiuto studi classici, giungendo a un pelo dal laurearsi in filosofia.
Non ha fatto il militare in quanto abbastanza orbo da convincere la patria a fare a meno di lui. È un reduce (non pentito, ma solo molto dispiaciuto) del '68 e di quel che ne è seguito. Nel '73, superando inopinatamente un regolare concorso, è stato assunto da una banca, da cui per tanti anni ha ricevuto di che vivere. Disordinatamente legge di tutto, dai classici alla fantascienza.
Da quando ha scoperto il personal computer, ha disimparato a scrivere a mano; in compenso ha imparato un sacco di solitari. Scrive poesie e disegna fin dalla seconda media, quando fu rimandato in disegno e una malaccorta insegnante di italiano pensò bene di fargli comporre i primi versi.
Gli piace far canzoni e bere vino, ama la buona cucina, porta barba e capelli lunghi perché non sopporta i barbieri ed è troppo pigro per radersi ogni mattina.
È convinto che le religioni organizzate siano la peggior disgrazia capitata in sorte all'umanità.
Non possiede televisione né telefonino.
Parla correntemente l'italiano e il dialetto veronese.