SCONFINANDO - di Raffaella Grasso
Grande figlia che stai dilatandoti e sconfinando… in madre.
Racchiuse in un carillon tutte le nostre esperienze “cave”: ricevere, ma soprattutto com-prendere, contenere… con le modalità dell’accoglienza e dell’apertura, che si perfezionano nel rapporto con il sesso dell’uomo e con quell’identità altra che portiamo dentro e che nella maturità della maternità si staccherà da noi. Stiamo passando la (una) femminilità di madre in figlia e chissà cosa ancora.
Ti ho dato latte, parole e baci, ti ho lasciato la mano e anche una macchina da guidare, scritto lettere, inviate e-mail e messaggi, raggiunta con la voce, toccata con il rimprovero, ferita con l’ansia e le aspettative malcelate.
Si è compiuto il tempo che ti liberassi di ogni vecchio vincolo… facessi più spazio in te, raccattando qua e là cocci rotti di recente e vecchi detriti...
...Sconfinando ci rende la sorpresa che si torni nuovamente a parlare di: mercati come di persone e non di luoghi; bisogno di appartenenza, senza la deriva di scelte d’esclusione; ricerca di una adulta dimensione spirituale; bellezza coniugata tra le arti e le cose tutte e non immiserita in un singolo stato occasionale.
Sconfinando, legato alla personale ricerca aperta da Raffaella sul tema del viaggio, rappresenta un ambizioso capitolo di quel libro sui grandi temi che ognuno di noi dovrebbe, nel proprio ambito d’intervento, sentire la responsabilità e trovare lo slancio per scrivere a più mani.
prefazione di Mariangela Bastico
pp. 121 - 10,00 euro
Resterò Raffaella Grasso, anche se diversa dopo la tua esperienza della mia lettura.
Ho riempito negli anni molte pagine bianche utilizzando il computer, la macchina da scrivere, la penna… disciplinando le idee che - in viaggio chissà da dove - scomposte si infittivano tra mente-cuore-spirito, qua e là sconfinando.
Non mi presento mediante una biografia scandita da consuntivi di libri scritti, traguardi professionali raggiunti, mete superate, cose e persone coniugate con l’ausiliare avere.
Non mi rappresenta la mèta, ma neppure il viaggio per il viaggio.
Mi ritrovo nella tensione del percorso, nel rispetto di tutte le mete, nelle promesse fatte a sé e agli altri, senza perdersi errando.
Io sono stata pagine di parole non dette e poi storie e gesti seminati e cresciuti tra le mura ed oltre… mi racconto nel tentativo di fare ancora esperienza di me, gettando all’aria l’ansia di sbagliare e l’inganno di credere di poter restare ferma per non sbagliare.
Precede questo mio lavoro, Passaggi al centro (Prefazione di Walter Veltroni).
E vorrei continuare nel viaggio; vivo a Roma dal 1968, sono nata a Genova nel 1953.
Alla fotografia, che mi cattura, chiedo di non trattenermi
RG