Prefazione di Giulio Galetto

Ciò che più mi spaventa
è la solitudine
perché ti rade l'anima
uccide la voglia di vivere
De Cadaval

Ora noi siamo
nel segno forse preciso
che reca alla luce,
alla fontana d'amore.
Saglimbeni

Eppure ce l'ho fatta a riprodurmi
senza nome nel sonno dei gameti.
Verdi

Egli non ha mai sete,
nessuna acqua lo specchia,
cammina sulle acque.
Buono

Forse è un ordine
che subiscono gli alberi
quando le fronde piegano
simultaneamente.
Ederle

Servire chi?
Tu non devi servire nessuno
all'infuori di te stessa.
Seracini

"La scrittura, se vuole conservarsi uno spazio, non può che puntare sulla durata, sia nel senso che esiga un tempo specificamente a lei dedicato e non istantaneo di consumazione, cioè un impegno di mediazione e di ripensamento, una sosta, sentita sempre più come opportuna nel vortice delle immagini, sia nel senso che, mentre l'immagine si consuma immediatamente e va subito sostituita da altre immagini, la scrittura resiste nel tempo, ritrovandosi intatta e, anzi, a volte arricchita nei suoi significati dal trascorrere del tempo e dal mutare e trasformarsi del mondo e delle mode".

Giorgio Bárberi Squarotti