NON ERA PREVISTO di Michele Serpico
Serpico parla a noi di se stesso, perché ritiene che tutto ciò che lo riguarda possa, almeno un po’, riguardare anche noi. Parla di una vita che è fatta di sguardi, scelte, di decisioni mai completamente evidenti nelle rispettive motivazioni, di ansie e di attese. C’è una solitudine che accompagna il poeta, mista a silenzi, emozioni, fantasie, vicende immaginarie; il lievito della fantasia può diventare la forza che sconfigge ogni paura, soprattutto la paura dello smarrimento.
Si tratta per Michele Serpico di narrare il proprio universo interiore, composto di passioni, emozioni immediate, apparenze, ricordi, illusioni e risonanze interiori, senza mai lasciar predominare l’inquietudine sulla serenità. L’imperativo diventa quello di raccontare esperienze vissute intrecciate con tante altre certamente inventate, ma non per questo meno reali, con un linguaggio che nulla concede ad artifici retorici, a complesse e artificiose architetture espressive, a complicati rimandi, implicazioni e metafore. L’irrompere dell’imprevisto amoroso sul quale si posa lo sguardo solitario del poeta è l’equivalente della domanda che di fronte alla profondità del tempo noi indichiamo come quell’imprevedibile che sempre sfugge nel “turbinìo delle novità successive”.
Giovanni Perez
Michele Serpico è nato a Pozzuoli (Napoli). Per 41 anni ha lavorato nelle FS a Milano, Roma, Venezia, Genova e Verona, prima come impiegato, poi come funzionario, infine come dirigente. Dal 1997 si è stabilito in via definitiva a Verona.
Nel 1996 ha pubblicato un saggio sul rapporto uomo donna dal titolo La coppia dei bugiardi, successivamente tre libri di poesie: nel 2000 Descrizione di un’idea di senso; nel 2002 Senza garanzie; nel 2003 Tutti i giorni; quest’ultimo con Bonaccorso editore, Verona.