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Collana NARRATIVA CONTEMPORANEA - 2016

ISBN 978-88-7440-245-8

Prefazione di Giulio Galetto

Estratto

Giovanni Vidali

DIECI STORIE MOBILI

E UN ROMANZO BREVE

Suonava il piano stile stride e quando ci conobbe volle provare con noi alcuni pezzi. Aveva swing, buon tiro e improvvisava rispettando gli accordi. Suo padre, un padre giovane, amava il jazz, da ragazzo aveva suonato per gli americani al circolo dello Special Services, poi i militari tornarono in patria e lui trasferì la sua passione ed esperienza al figlio. Considerando che allora i tempi non erano da noi affatto maturi per quella musica...

pp. 285 - 18,00 euro

Giovanni Vidali (Verona, 1932) ha svolto per alcuni anni dopo il liceo varie attività di lavoro. Dal 1969, per circa trent’anni ha insegnato Linguistica Generale all’Università di Verona. Ha pubblicato articoli di poetica linguistica, di fonologia e ha tradotto saggi di T.S. Eliot (ed. Bompiani, Severgnini). Si è occupato di aspetti biografici e letterari relativi a John Ruskin e il gotico veronese. Nel 1970 è stato fellow dell’Università di Reading, UK; ha svolto ricerche in Olanda, Stati Uniti e ha coperto un semestre di insegnamento di Linguistica in Somalia. Ha condiviso gli impegni di insegnamento con la passione per la musica, fondando una orchestra jazz (University Big Band). Vive a Verona.
Nel 2013 è uscito con Bonaccorso Editore il romanzo Le rose di Reading.

Ora queste Storie mobili si muovono tutte – alcune più esplicitamente, altre forse con margini maggiori di “invenzione” romanzesca – nella linea della medesima autobiografia indiretta o trasfigurata che caratterizzava Le rose di Reading.
Quasi come se, dentro la materia di quel libro, Vidali avesse rivisitato alcuni momenti e li avesse fatti rivivere, rinnovandoli, nell’anima di una scrittura asciutta eppure assistita da una specie di rasserenata pietas della memoria. Ne ha ricavato dieci schegge narrative, dotate ciascuna di una propria autonomia, ma anche tali da collegarsi coerentemente in una collana unitaria
...

Giulio Galetto

ISBN 978-88-7440-241-0

Estratto

Luigi Marastoni

LE NOTTI FREDDE DEL POETA


“Non lui, no. Siete matti ad ammazzare un genio?”. Il genio era Federico García Lorca e a gridare la propria protesta un giovane musicista, ricco di talento quanto povero di mezzi, che dal poeta aveva ricevuto in regalo un violino qualche tempo prima. Nella notte afosa di Granada il giovane era stato occasionale testimone del dramma che stava vivendo il suo illustre benefattore, pallido e tremante: insieme con un banderillero veniva spintonato in una Buick nera, come fossero due tori da avviare all’arena.
È da questa scena che prende il via il romanzo breve Le notti fredde del poeta. Siamo in pieno agosto 1936. Da circa un mese la guarnigione militare di Granada ha aderito alla sollevazione guidata dal generale Franco contro il legittimo governo repubblicano, trovando appoggio nei partiti di destra. Nella città si è scatenato il terrore. E in un clima di irresponsabilità politica qualcuno ha deciso che Federico García Lorca deve morire.

pp. 126 - 13,00 euro

Luigi Marastoni.
È proprio nella scrittura che si può trovare il filo conduttore dei diversi interessi coltivati lungo il suo percorso esistenziale dall’Autore, il veronese Luigi marastoni.
Durante gli studi universitari - in Economia e Giornalismo - il giovane Marastoni fonda e dirige Il Rengo, un piccolo giornale con la grande missione di promuovere il ruolo della popolazione studentesca nel momento cruciale dell’istituzione dell’Ateneo scaligero. Dopo la laurea vive una breve esperienza accademica in materia di Politica Economica, supportata da una borsa di studio ministeriale. Il commiato dal mondo universitario è accompagnato da un caustico pamphlet - Obiettivo 30 e lode - con il quale, con l’aria di suggerire agli studenti i segreti per brillare agli esami, muove una pungente critica alla vita accademica, alle sue regole, alle leggi non scritte che la dominano.
Poi viene il tempo degli impegni professionali, che richiedono al nostro Autore di estendere le proprie competenze al campo della psicologia manageriale. Per diversi anni ricopre un ruolo dirigenziale in un Gruppo multinazionale, operando nell’area dello sviluppo delle risorse umane, ciò che comporta anche la direzione dell’House Organ. Quindi si dedica alla consulenza nell’ambito dello sviluppo organizzativo e della formazione manageriale. Espone le sue idee in materia in due saggi pubblicati da Franco Angeli: Integrazione Creativa (Milano, 2000) ed Essere manager (Milano, 2005).
Da sempre appassionato di cultura spagnola, con Forma & Comunicazione pubblica Il manager torero (Roma, 1990), in cui esplora il mondo delle corride assumendolo come metafora delle dinamiche di gruppo nelle organizzazioni: il leader come torero, il gruppo in riunione come toro da domare e valorizzare. Le notti fredde del poeta è un suo commosso omaggio al mitico Federico García Lorca nell’ottantesimo anniversario della fucilazione.
A ispirare un altro filone di attività pubblicistica è il tributo dell’Autore alla veronesità. Abbandonata la produzione poetica in lingua veronese degli anni giovanili - che gli ha meritato, tra gli altri, il premio Berto Barbarani nel 1972 - sta lavorando al progetto Fantasie veronesi per un anno, che prevede due brevi romanzi di stagione e il racconto di una giornata fuori dal tempo.

ISBN 978-88-7440-238-0

Estratto

Gianfranco Giacomuzzi

L'ANGELO DELLA MONTAGNA


Il paese della montagna e dell’acqua, del bosco, dei frutti e dei fiori, del vento e delle nubi e delle stelle.

Sì, si tratta proprio di un paese così dove si possono godere i doni della Natura con tutti i benefici che essa porta con sé: il clima è tanto delizioso che sembra un balsamo specialmente nella stagione estiva; l’aria fine e profumata della montagna e dei boschi purifica, il verde dei pini che ricoprono le pendici dei monti è un dolce riposo per gli occhi, le acque pacate del lago donano un senso di pace, i colori dei fiori costituiscono una tavolozza e le stelle brillanti della notte sembrano cuori palpitanti.
Il racconto ambientato nell’èra in corso si ricollega, poco dopo l’inizio, con un flashback nel lontano passato quando la vita rurale, agro-pastorale nelle campagne e nelle valli di montagna costituiva l’unico mezzo di sostentamento e la gente trascorreva un’esistenza bucolica, genuina, dove tutto era legato alla Natura e viveva dei suoi insegnamenti che si amalgamavano con l’esistenza ed il comportamento sociale, economico ed anche morale...

pp. 147 - 13,50 euro

Gianfranco Giacomuzzi è nato a Bolzano il 9 luglio 1936. Come capita spesso ai poeti, ha sempre fatto una vita contemplativa. Sempre attonito e meravigliato delle cose, della vita, degli avvenimenti, della gente che lo attorniavano, si è lasciato trasportare come una barca alla deriva andando incontro ad avventure, a situazioni diverse, instabili che hanno influito molto sulla sua vita interiore e psichica. L’unica cosa che tuttavia ha sempre considerato come un felice approdo, era riuscire nel campo di qualche arte. Nutriva da sempre l’amore per lo studio delle lingue straniere e di conseguenza per la letteratura.

Così, infilata una precisa strada, trovò infine che gli era congeniale ed arrivò a laurearsi e a diventare scrittore e poeta. Fatto artistico quest’ultimo, che gli accade però non attraverso lo studio accademico, bensì nuovamente per l’avventura dell’afflato poetico che rimane pur sempre un mistero.

Ha pubblicato Il sergente Bubi con l’editore Bonaccorso.

ISBN 978-88-7440-236-6

Estratto

Pietro Bay

SFIDARE IL FUTURO


...Ogni viaggio, si sa, è sempre un’avventurosa esperienza, e può essere la piacevole sensazione della scoperta di località al momento ignote, ma immaginate (o sperate) come traguardi e scenari da raggiungere con ansiosa e sollecita curiosità. Ma ci sono viaggi e viaggi. Proseguendo in quel percorso tortuoso e solitario, provavo un senso di profonda inquietudine, l’inquietudine dell’emigrante che la sorte costringe ad affrontare un incerto futuro in terre straniere. Erano del resto le stesse sensazioni di vagabondaggio familiare che avevano costantemente segnato la mia infanzia e la mia adolescenza: partenze e ripartenze, soggiorni brevi o lunghi, sempre con il marchio della precarietà, in un ricorrente altrove, sempre amaramente avverso. Certo non avrei mai immaginato che, ancora per tanti anni, nella tenace e ambiziosa rincorsa di traguardi sempre più impegnativi, mi avrebbe atteso al varco un futuro altrettanto ostile...

pp. 239 - 18,00 euro

Piero Bay è nato a Firenze nel 1934, ha vissuto in Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia, Lombardia, Romagna e Veneto, peregrinando alla costante ricerca di nuovi traguardi professionali. Si è infatti guadagnato da vivere facendo per lunghi anni il mestiere di gestore di uomini (e di donne) impegnati nel fornire servizi alle comunità locali.
Ha pubblicato su varie riviste saggi e articoli inerenti alla propria attività lavorativa senza trascurare l’innata passione per la letteratura e per le arti figurative (è del 2012 una sua apprezzata mostra Sotto cieli infiniti allo Spazio Arte Pisanello della Fondazione Toniolo di Verona, con la presentazione di Paola Marini).Sotto lo speudonimo di Piero Aghinolfi ha pubblicato nel 1991 con l’Editrice Turris di Cremona la raccolta di poesie La vita piena. Sotto lo pseudonimo di Anonimo Berico è stato coautore del bestseller Il dono dell’ubiquità (Galla Libreria Editrice, Vicenza 1990) e di Così parlò Kamasutra (Galla-Cierre edizioni Verona 2006). Nel 2008 ha pubbicato con Cierre Grafica Verona un lungo racconto autobiografico Ma dove andremo che ha avuto una larga diffusione soprattutto nelle scuole cittadine.

ISBN 978-88-7440-233-5

Estratto

Andreina Corso

LE MADRI


...“Ti ho portato i biscotti, mamma”, mi conforta Lorenza nel baciarmi la fronte, e so che insisterà nel dirmi che sono biologici. La ringrazio e oggi mia figlia mi piace, anche se mi ha ricoverata qui con l’approvazione di Carolina e di Giovanni che da sempre aveva affidato alle sorelle ogni responsabilità. Forse Lorenza aveva i suoi problemi, forse non me ne ha parlato per non farmi male. Oggi le voglio più bene dei giorni precedenti e non saprei nemmeno io perché. Ho voglia di perdonare, di capire. Mi sono esercitata in immaginarie conversazioni fra noi e adesso provo a dirle ancora che sono stata io a volere questo ricovero e mi sono spinta fino a confessarle che non volevo trovarmi in mezzo ai problemi di una coppia giovane e alla confusione che sempre fanno i bambini. Accenna a un sorriso liberatorio, sono contenta che sia tranquilla. Le racconto di Nina, della recita di Natale, di Ida che sorride, di Serena che canta... L’infermiera dalle labbra sottili ci osserva, informa mia figlia che sono cambiata, che sorrido, parlo, racconto...

pp. 141 - 15,00 euro

Il legame con il giornalismo, la scrittura, la sua vita a Venezia, segnano un percorso e un impegno teso a raccontare storie di esistenze raccolte dai margini della vita quotidiana e da vicende piagate dall'indifferenza e dall'invisibilità.
L'insegnamento, la scrittura, il sentirsi accanto e con gli ultimi della terra, caratterizzano la narrazione che aspira al sentire poetico e alla forza dell’indignazione. Venezia, valore immenso nel suo solo esistere dentro le parole, consolazione e dolore, nel suo aprirsi e sparire, accompagna il senso della scrittura stessa.
Pubblicazioni: Le mani d'acqua, Helvetia 1993; La madre naufraga, La baùta ed. 1995; Il bianco reciso, Helvetia 2006; Però non volevo, Bonaccorso ed. 2012; Storia epistolare: un vecchio e un bambino, Sovera ed. 2012; Racconti (Vincitore Premio Nazionale Argimusco - Messina) 2013.Collaborazioni con le Riviste "La voce della luna", "Terza Pagina", "La scrittura esiliata", "La palabra en el mundo".

ISBN 978-88-7440-232-8

Prefazione di Rosa Simonelli Macchi

Estratto

Mario Russo

LE CIPOLLE BLU


“Quel giorno, alla stazione, c’era tantissima gente a salutarla. C’erano amici e parenti venuti da lontano, e persino tutto il condominio al completo. C’erano anche tante persone estranee perché incuriosite nel vedere tutta quella gente che cercava di salutarla. Uno chiese al vicino: “Ma chi è che parte? Un’attrice, una persona famosa?”. “No, ma che attrice, è una persona normalissima...”. “Si vede allora che era proprio una brava persona... Tutta questa gente...”. Un altro domandò: “Chi sarà il marito, qua in mezzo?”. “Eccolo, quello lì, con il vestito scuro ed il fazzoletto in mano... Quel ragazzo vicino a lui, è il figlio. L’unico loro figlio. Un bravo ragazzo. Dicono che...

pp. 117 - 13,00 euro

A chi gli chiede dove è nato, lui risponde così, con scanzonata ironia: “Io sono nato nella stessa città di Vittorio De Sica e di Cesare Baronio” e a soli sette chilometri da dove è nato Cicerone. Questa città è Sora, nel basso Lazio, in Ciociaria per la precisione. È bella Sora, tagliata in due dal fiume Liri, con ben sette ponti che collegano le due sponde. Da piccolo con la sua famiglia si è trasferito a Roma, dove vive tuttora. Diplomato ragioniere all’Istituto Leonardo da Vinci di via Eudossiana a Roma, ha frequentato anche la facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza superando tredici esami. Ama molto viaggiare, ma non nei paesi esotici. Gli piace visitare con interesse le grandi città europee: infatti sono pochi gli angoli di Parigi, Londra, Berlino ecc. a lui sconosciuti. Ha incominciato a scrivere da poco tempo. Le poesie e i racconti che scrive sono molto apprezzati da amici e parenti. Frequenta con grande soddisfazione diversi Centri Culturali della Capitale: Poeti al Caffè, Il Salottino dell’Arte, L’Accademia della Fonte Meravigliosa e ancora non gli pare vero di aver qui superato l’esame d’ammissione!

Le Cipolle Blu è il titolo della raccolta di racconti, apparentemente disgiunti, ma che Mario Russo, nell’insieme, presenta un po’ come la storia di un amore unico e di fondamentale importanza...
[...] In ogni racconto si riconosce l’ideale di semplicità che distingue l’autore e l’essenzialità del suo sentimento per la vita nei diversi aspetti.
Mario Russo utilizza quell’analisi, in sviluppo narrativo, necessaria a produrre il giusto distanziamento tra vissuto e racconto...

Rosa Simonelli Macchi

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