LA FARFALLA, L'ANIMA - di Giorgio Barberi Squarotti
Credo che le invenzioni del paesaggio più radicali e, al tempo stesso, esemplari di d'Annunzio si trovino nelle novelle, parallelamente al Canto novo, e nell'Isotteo, per l'infinita ambizione, che vi si dimostra, a far dipendere il paesaggio stesso dalla creazione letteraria, indipendente-mente dall'effettiva rispondenza dei luoghi e degli spazi dalle verifiche obiettive, ma anche dal molto orfismo che, invece, presiede ai paesaggi delle Laudi o dalle motivazioni rigorosamente simboliche del paesaggio dei romanzi e anche delle tragedie, come La città morta o La figlia di Jorio o La fiaccola sotto il moggio. Nell'Isotteo la consonanza di nomi suscita l'evocazione del paesaggio, nel senso che il fatto di chiamarsi con nomi effettivamente o anche soltanto allusivamente simili a quelli della tradizione cavalleresca, e, soprattutto, cortese (quattrocentesca) fa sì che d'Annunzio possa descrivere come spazi di amori, cavalcate, avventure fra colli, primavere fiorite, frutteti, volgere di stagioni ed effetti di luce e d'ombra fra giorni e notti, presenze di luna, recessi irrigati da ruscelli e fiumi, labirinti di siepi, boschi e radure, tutto un grande dispiegamento di loci amoeni, i luoghi dell'Abruzzo, ma trasfigurati nella quinta della vita del regno di Brolandia, del franco e bretone dispiegarsi di verzieri e foreste e prolungarsi di passeggiate a cavallo, amori, conversazioni.
pp. 274 - 14,50 euro
Giorgio Bárberi Squarotti è nato a Torino il 14 settembre 1929. È poeta, critico letterario e italianista. Allievo di Giovanni Getto, gli è succeduto nell'insegnamento di letteratura italiana moderna e contemporanea sulla stessa cattedra universitaria di Torino. È direttore della redazione lessicografica del Grande Dizionario della lingua italiana pubblicato dalla UTET. Ha esteso la propria indagine critica a tutto il Novecento attraverso una vasta produzione saggistica: Astrazione e realtà (1960), Metodo Stile Storia (1962), Poesia e narrativa del secondo dopoguerra (1963), Simboli e struttura dello stile del Pascoli (1967), La forma 'tragica' del 'Principe' e altri studi sul Machiavelli (1966), La narrativa italiana del dopoguerra (1966), Camillo Sbarbaro (Mursia Editore 1968), Il gesto improbabile, Tre saggi su Gabriele D'Annunzio (Flaccovio, 1971), L'artificio dell'eternità (1972), Gli inferi e il labirinto da Pascoli a Montale (1974), Poesia e narrativa del secondo Novecento (Mursia, 1978), Il potere della parola (1984), Le colline, i maestri, gli dei (Santi Quaranta, 1992).orni, 1998, La Scala per il Cielo, 1999, e Le Ultime del Millennio, 2002.