LA COMEDIA DEL DOMILA - di Silveria Gonzato Passarelli
In mèso a 'na stradèla che fasso da 'na vita,
són scapussà in te 'na vècia marmìta:
ò fato 'n rebaltón e ò batùo el sarvèl,
ò serà i òci e me són trovà in Cél.
Ma mi ero vivo, ero solo inseminìo;
san Piéro el m'à vardà e el m'à mandà indrìo.
"Spèta 'n momento che me passa la bòta!
No védito mia che g'ò la testa róta?"
Così g'ò dito a quel santo portinàr,
ma no 'l capéa gnénte, no savéa cosa far.
Ma quel che comanda e che vede tuto
l'è capità lì in manco de 'n minuto.
"Va ben, lo sò, l'è par sbàlio che 'l se tróva qua,
ma profitémo de l'ocasión che n'è capità!"
Così l'à dito quel che i ghe ciàma el Padretèrno
e lì, su dó pié, el m'à mandà a l'Inferno.
Ma quel che 'l m’à fato no l'è stà par disprèsso,
el m’à mandà a védar cosa fà el progrèsso
e co' la racomandassión de contàrghelo a tuti,
par védar se al mondo cala i farabùti.
Silveria Gonzato Passarelli
, veronese di nascita, laureata in lingue, ha lavorato fino alla pensione in qualità di insegnante di sostegno nella scuola secondaria di primo grado dell'Istituto comprensivo di San Martino Buon Albergo (Verona) portando anche in questo ambiente di vita e di educazione la propria verve e la propria capacità di sorridere sulle realtà quotidiane. E' sposata ormai da tempo con Giuseppe Passarelli, uomo del Sud, più precisamente di Tricarico, paese della Basilicata, emigrato con al seguito la famosa valigia di cartone legata con lo spago, come hanno fatto con lui anche tanti altri Italiani. Oggi i coniugi hanno due figli e sono nonni felici.
Silveria è pittrice, poetessa ed autrice conosciuta di commedie dialettali in versi e in prosa in cui spesso "rivisita" opere classiche come ne La commedia del domila (Bonaccorso Editore) che attualizza l'opera dantesca, o Quel mato de Orlando (Bonaccorso Editore) che fa il verso all'Ariosto, I promessi spaisi
(Bonaccorso Editore), con buona pace del Manzoni, fino ad Amleto, Otello, Sposi par 'na note (Romeo e Giulietta), Ulisse e le so dòne e a
Quel remengo de Ulisse , Omero permettendo. Sempre in lingua veneta Silveria ha depositato alla Siae una cinquantina di commedie che vengono spesso proposte in molti teatri anche dalla compagnia I dialettanti messa in piedi dalla stessa autrice che in essa svolge anche il ruolo di regista: Don Lumin, Krapfen e dentiere, Ale e çercoli, Menego taccagno, La cavala del Gonela, Un fil de rossetto, Stasera se proa l'Amleto e Stasera se proa l'Otelo.
Molte ancora sono le sue produzioni poetiche sempre in lingua veneta raccolte sotto alcuni titoli:
In confidenza (Bonaccorso Editore),
Te la conto in versi (Bonaccorso Editore) e
Luna de sacarina (Bonaccorso Editore) in cui è la vita di ogni giorno a farla da protagonista in quadretti che, mentre strappano un sorriso, mai cattivo, fanno meditare sul nostro modo di essere e di agire. "Castigat ridendo mores", direbbero di lei i latini.
Un discorso a parte meritano due sue raccolte di poesie, questa volta in lingua italiana. Nella prima, intitolata Tricarico (Bonaccorso Editore), Silveria presta le parole al proprio marito, Giuseppe Passarelli, che proprio a Tricarico è nato e da dove è emigrato più di cinquant'anni fa puntando verso il Nord d'Italia alla ricerca di miglior fortuna. E' questo un libro in cui si avverte in maniera forte la nostalgia per la terra natale che rimane al fondo dell'anima del protagonista tornato a rivedere la propria terra e che fa anche un bilancio della propria esistenza realizzata lontano dal paese natale, dalle sue tradizioni e consuetudini.
La seconda, Fratellastri d'Italia (Bonaccorso Editore) rivisita e corregge con senso critico la storia del Risorgimento italiano legata alla conquista del Sud d'Italia da parte dello stato Sabaudo e alla violenza messa in atto contro i cosiddetti "briganti". E' questa una storia italiana riscritta dalla parte di quelli che il Verga chiamerebbe icasticamente "I vinti". Ma, in fin dei conti, chi erano i veri "briganti" in questa vicenda?
Proseguendo ad analizzare il tema della violenza, Silveria è giunta anche a trattare quella perpetrata nei confronti delle donne. Ad esse l'autrice ha dedicato tre opere, la trilogia delle "Figlie di Eva". La prima è dedicata alla figura della veronese Isolina Canuti (Bonaccorso Editore) massacrata, fatta a pezzi e gettata nell'Adige nel gennaio del 1900 dall'amante aristocratico militare rimasto, poi, impunito. La seconda ha come protagonista Isabella Morra (Bonaccorso Editore), poetessa petrarchesca di metà 1500, nata a Favale (odierna Valsinni in provincia di Matera), trucidata a soli 26 anni dai propri fratelli con l'accusa di infangare l'onore della famiglia.
Ma la sua riflessione sul tema del femminicidio si ripropone e conclude in una terza opera: Beatrice Cenci (Bonaccorso Editore) nobildonna romana di fine 1500, giustiziata dalla Legge per aver organizzato l'uccisione del proprio padre che l'aveva a lungo maltrattata e, probabilmente, anche violentata.
Un'ultima cosa rimane da dire ancora: Silveria è un'autrice poliedrica che vale proprio la pena di incontrare e di conoscere perché leggere ed amare le sue opere non è mai tempo perso. Anzi.