L'AFFRESCO - di Pietro Barlassina
Appena l’alba. Un primo fascio di raggi saliva timido ed incerto dietro la linea scura dello spartiacque alpino, quando Giuseppa, domestica ad ore, richiuse la porta di casa per dare inizio alla sua faticosa giornata. Il paese era ancora deserto. Non è che di un paese molto vivo si tratti, tuttavia. C’è una strada che vi sale e ridiscende, a piccoli tornanti, verso la provinciale diritta e lontana, traversandolo tutto, dalle case ristrette ai suoi bordi alla piazzetta, alla chiesa dal campanile enorme, le cui campane assordano la valle da secoli. Ma il silenzio lo abita, poi, un eterno silenzio. Anche di pieno giorno, se lo si attraversa, solo i propri passi si avvertono, dall’eco sorda e ripetuta, il cui rimando si smorza ottuso tra la lunga gola di quelle case, sullo sconnesso selciato. Un paese... di lupi? In effetti, qualche strano ululio si avverte, la notte, dal fitto buio dei boschi che lo sovrastano, ma nessuno più ci bada e se la dorme, più o meno beato, nel suo lettone, anch’esso vecchio di secoli. Quella mattina, dunque, Giuseppa ascoltava i suoi passi su verso l’ultima casupola e, come di sua abitudine, andava biascicando l’ave e il pater, intercalati ogni tanto dal requiem per i morti. Il suo era un latino imparato nell’infanzia, pieno zeppo di strafalcioni, come Dominum tecus, ad esempio, o siput in caelum et in terram o anche tonam eis Dominem...
pp. 200 - 12,00 euro
Pietro Barlassina è nato a Monza nel 1943, città in cui vive. Scoperto e fatto conoscere da Giorgio Bárberi Squarotti, uno dei maggiori critici letterari del nostro tempo, ha pubblicato in poesia: Quarta coniugazione, Rebellato, Padova, 1973; Passaggio a caminetto, Città Armoniosa, Reggio Emilia, 1981, premiato al “Cenacolo Orobico - Città di Bergamo”; Rileggendo Bernanos, Bologna, 1984, a cura di Carlo Bo, premio “Senigallia”; in narrativa: I turchi, finalmente (romanzo), Casa editrice Piemme, Casale Monferrato, 1991; In me la tua voce (romanzo), Bonaccorso editore, Verona, 2004; L’affresco (romanzo), Bonaccorso editore, Verona, 2006,
…liberamente tratto dalla leggenda medievale di San Giuliano l’Ospitaliere e ambientato tra il lago di Lecco e le montagne delle Prealpi Lombarde, questo romanzo ha il pregio di non seguire le cosiddette “strategie del momento”. Si distingue, inoltre, per l’uso di una scrittura matura, fluida ed elaborata senza cedimenti di stile, nonché per un intreccio narrativo agevole e nel contempo ardito, ricco di minuziose descrizioni e di una sua vivace fisionomia.