IL TEMPIO DI CARNE - di Antonio Boatto
"...Bea non vuole fare ritorno a casa. Non vuole salire in aereo e lasciare l'Africa dov'è rimasta per un mese intero in una capanna fatta di canne e sterco di mucca e coperta di strame. Piange perché lasciare ha l'amaro sapore di un addio. Si trova benissimo sotto quel cielo equatoriale, la notte pieno di stelle, lampade scintillanti a portata di mano, appese a un soffitto blu scuro.
...
Il giorno della festa coincide con la vigilia del nostro rientro in Italia. La gente s'affretta da ogni sentiero, spunta per magia dalle macchie più scure della foresta dintorno. La chiesa si riempie dei loro variopinti vestiti. Arrivano con oche galline polli tacchini caprette ananas mais avocadi e banane in omaggio al pittore, alla moglie e alla piccola bianca regina. C'è il rito religioso, reso più intenso dai loro mesti e dolcissimi canti. La fila lunghissima che ci passa vicino per prendere l'ostia, sono piedi e poi piedi nudi o calzati da scarpe sdrucite, diverse di forma e colore anche nella stessa persona. L'ostia è pane per tutti. Poi il ballo sfrenato all'aperto con canti e con grida fino a che non scende la sera.
"Non andartene via. Non ci devi lasciare" le gridano in coro. Lei da sopra le mie spalle guarda e saluta commossa. Scendono lacrime calde sulla mia testa.
Bea non vuole lasciare questa terra che ama.
Il giorno della festa coincide con la vigilia del nostro rientro in Italia. La gente s'affretta da ogni sentiero, spunta per magia dalle macchie più scure della foresta dintorno. La chiesa si riempie dei loro variopinti vestiti. Arrivano con oche galline polli tacchini caprette ananas mais avocadi e banane in omaggio al pittore, alla moglie e alla piccola bianca regina. C'è il rito religioso, reso più intenso dai loro mesti e dolcissimi canti. La fila lunghissima che ci passa vicino per prendere l'ostia, sono piedi e poi piedi nudi o calzati da scarpe sdrucite, diverse di forma e colore anche nella stessa persona. L'ostia è pane per tutti. Poi il ballo sfrenato all'aperto con canti e con grida fino a che non scende la sera.
"Non andartene via. Non ci devi lasciare" le gridano in coro. Lei da sopra le mie spalle guarda e saluta commossa. Scendono lacrime calde sulla mia testa.
Bea non vuole lasciare questa terra che ama.
ISBN 978-88-7440-192-5 - pp. 250 - 13,00 euro
Antonio Boatto conclude la sua formazione culturale classica ed artistica a Milano, città che segna anche l'inizio della sua attività, prima come insegnante e poi di artista. Convinto della validità estetica del movimento filosofico postmoderno, lo traduce nell'arte dedicandosi alla pittura e alla scultura con uno stile nuovo e autonomo. Attraversa gli ultimi decenni della vicenda figurativa italiana realizzando numerose opere storiche di grandi dimensioni e a livello internazionale, quali il Presbiterio della Chiesa St. Ann's a New York City, la Volta del Duomo di S. Marco a Pordenone, l'Abside del Santuario Madonna Queen National Shrine di Boston e la Porta Maggiore in bronzo della Cattedrale di Vicenza. Nel 2009 volta pagina e s'inventa "L'Amorfo", termine e concetto nuovi nel panorama universale dell'arte. L'amore onnipresente per la letteratura e per la filosofia, ben leggibile nei suoi manufatti artistici, fa capolino nella raccolta di poesie Sfinitezza, Libreria al Segno Editrice (2006), nelle riflessioni filosofiche del Diario Metafisico, Editoriale Programma (2008), in Parvula, quarantatre microstorie, Bonaccorso Editore (2009), in Via della croce, itinerario religioso per immagini a commento di mons. Pietro Nonis, Libreria al Segno Editrice (2010), in L'ora Sesta, poesie, Libreria al Segno Editrice (2010) e ne Il Tempio Di Carne (Bonaccorso Editore, 2013).
Antonio Boatto
via Passo Torre, 4
30029 San Stino di Livenza - VE
tel. 0421\324518 - cell. 3339487410
www.antonioboatto.com - arte@antonioboatto.com